Materiale autoriparante

I materiali autoriparanti sono una classe di materiali intelligenti in grado di recuperare, parzialmente o totalmente, un danno meccanico in maniera autonoma o in risposta ad uno stimolo esterno. Tali materiali nascono dall'esigenza di estendere la vita utile dei prodotti preservandone l'integrità meccanica e/o la funzione. L'idea di base, legata all'approccio biomimetico, consiste nell'integrare nei materiali dei meccanismi di riparazione che controbilancino quelli degradativi derivanti dal loro normale utilizzo.[1] Microcricche, tagli superficiali, graffi, danni da impatto o da corrosione sono tra le tipologie di danni che comunemente si è interessati a fronteggiare sia per ragioni di integrità strutturale, poiché possono rapidamente portare ad un'alterazione irreversibile delle proprietà meccaniche del materiale, sia per ragioni estetiche (in particolare per le superfici e i rivestimenti).

Esistono esempi di materiali autoriparanti in tutte le principali classi di materiali, ma i polimeri ed i compositi sono quelle sulle quali la ricerca si è focalizzata maggiormente vista la loro diffusione in ambito industriale[2]. I materiali autoriparanti possono essere classificati in tre tipologie a seconda del sistema sulla quale si basa il meccanismo di riparazione: quelli con microcapsule, quelli con canali vascolari e quelli intrinsecamente autoriparanti.[3]

  1. ^ S. van der Zwaag (a cura di), Self Healing Materials: an alternative to 20 centuries of materials science, Springer, 2007.
  2. ^ (EN) V.K. Thakur et al., Self-healing polymer nanocomposite materials: A review, in Polymer, vol. 69, 2015, pp. 369-383.
  3. ^ (EN) B.J. Blaiszik et al., Self-Healing Polymers and Composites (PDF), in Annual Review of Materials Research, vol. 40, 2010, pp. 179-211. URL consultato il 21 giugno 2016 (archiviato dall'url originale il 17 maggio 2017).

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